Il libro di Giobbe è la storia narrativa. Il suo autore è sconosciuto, ma è possibile che sia stato lo stesso Giobbe a scriverlo. È possibile che Giobbe sia il più antico di qualsiasi libro della Bibbia scritto intorno al 2100-1800 a.C. Le personalità chiave di questo libro includono Giobbe, Elifaz il Temanita, Bildad il Sciita, Zofar il Naamatita ed Eliu il Buzita. In Giobbe, vediamo un uomo a cui Dio permette che venga attaccato direttamente da Satana. È un esempio di fedeltà poiché perde tutto ciò che è importante per lui ma rimane fedele a Dio. Il suo scopo è illustrare la sovranità e la fedeltà di Dio in un periodo di grande sofferenza. • Nei capitoli 1-3, Dio mette alla prova la fedeltà di Giobbe permettendo a Satana di attaccarlo. Dio disse a Satana: "Ecco, tutto ciò che ha è in tuo potere, solo non stendere la tua mano su di lui" (1:12). Attraverso le prove di Giobbe, tutto è perduto, compresa la sua salute, sua moglie gli dice persino di maledire Dio e suicidarsi, ma lui rimane forte e fedele: "Attraverso tutto questo Giobbe non ha peccato né ha incolpato Dio". (1:22). • Dai capitoli 4-37, gli amici di Giobbe gli danno molti cattivi consigli, in turni di discussione. Incolpano erroneamente le sue sofferenze sui suoi peccati personali piuttosto che Dio che mette alla prova e fa crescere Giobbe. Uno di loro aveva ragione a metà in quanto Dio voleva umiliarlo, ma questa era solo una parte della prova di Dio. • Nei capitoli 38-42, Dio parla a Giobbe e lo ripristina. Dio sa che Giobbe ha ricevuto una guida errata dai suoi amici: "Chi è colui che oscura i consigli con le parole senza conoscenza?" Dio dichiara giustamente che gli esseri umani non sanno tutto. Quindi umilia Giobbe ponendo una serie di domande a cui non potrebbe mai rispondere nessuno che non sia Dio Onnipotente; ad esempio: “Hai capito la distesa della terra? Dimmi, se sai tutto questo ”. Dio quindi lo porta a capire che i credenti non sempre sanno cosa Dio sta facendo nella loro vita. Alla fine, Giobbe risponde a Dio dicendo: "Ho dichiarato ciò che non capivo". Dio poi benedisse Giobbe con il doppio di quanto aveva prima dell'inizio delle sue prove.

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